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Chateau de Chareil: storia di vigna, piacere e nobiltà

Chateau de Chareil: storia di vigna, piacere e nobiltà

Chateau de Chareil e le sue vigne coltivate da Denis di Grosbot-Barbara

Il Luogo

Lo Chateau de Chareil era uno “Chateau de Plaisir”!

Così Denis Barbara, custode delle vigne del Castello che era appartenuto ai Borbone, spiega il senso del vino in questa denominazione, Saint Pourcain, cosi lontana dai luoghi più conosciuti del vino francese.

Abbiamo incontrato Denis, sua moglie e il gatto Bellini in occasione del nostro viaggio di selezione e ricerca di questa settimana tra Borgogna, Auvergne e Loira.

Denis Barbara, Vignaiolo del Domaine Grosbot Barbara a Saint Pourcain

L’Origine

Se uno Chateau serviva per far festa, il vino non poteva mancare e cosi in questa zona la produzione dei Pinot Noir, Gamay e Chardonnay oltre a una serie di vitigni antichi , alimentava il fabbisogno di Chareil.

Saint Pourcain nasce sotto questa luce, con un’influenza dalla Borgogna per vitigni e tecniche, dalla loira per geologia e sistema fluviale (siamo già nella valle della Loira) e dall’Auvergne come clima.

Denis è il proprietario del Domaine Grosbot-Barbara e produce vini naturali da 18 vendemmie. Il suo stile è caratterizzato da definizione, precisione, pulizia e grande identità.

Nello Chateau de Chareil è in corso un programma di recupero di vecchi vitigni la cui origine è spesso italiana. Tra questi il Trassalier, portato in questa regione nel 1200 appunto all’Italia.

Vigneto di Tressalier, antico vitigno di orgine italiana coltivato a Chareil

I Vini

Il Trassalier, insieme allo Chardonnay è vinificato in pressatura diretta (senza macerazione), vinificato con lieviti indigeni, non filtrato e non chiarificato. Nasce così Le Vin D’Alon 2017, uno dei vini naturali bio distribuiti da Meteri.

Da uve Pinot Nero e Gamay (80%-20%), vinificato in acciaio con lieviti indigeni, nasce invece La Chambre d’Edouard, il vino rosso di casa Grosbot-Barbara.

Da uve Gamay vinificate in bianco nasce Brut Zero, uno spumante naturale metodo classico, sboccato e colmato di solo vino, non dosato, un Blanc de Noir che può confondere anche degustatori esperti tanto ricorda certi Champagne per finezza e profumi.

 

By |2019-06-06T12:33:04+02:00dicembre 15th, 2018|Storie di produttori|0 Commenti

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