Bolognese di nascita, Stefano Legnani ha fatto della Lunigiana la sua nuova casa, terra natia della moglie Monica, e nelle colline appena fuori Sarzana ha iniziato a produrre grandi vini che rappresentano appieno il territorio, sposandosi perfettamente con i sapori della tradizione.
Lo fa con Ponte di Toi, un Vermentino Ligure che più puro non si può: nessun utilizzo di fitofarmaci o prodotti chimici, né in campo né in vigna, solo sovescio, humus, lombrichi e cippato autoprodotto. Le uve raccolte a piena maturazione, macerazioni e fermentazioni spontanee, nessuna filtrazione, chiarificazione o stabilizzazione creano un Vermentino che sa di mare e di vegetazione del Levante. Vini solidi e concreti dalla lunga mineralità, sapidi e con una schiena acida che li sorregge, fiera espressione della Liguria genuina.
Con Bamboo Road invece Legnani ci racconta i vitigni autoctoni liguri: un sapiente mix di Vermentino, Malvasia di Candia, Trebbiano e Albana, tutti vitigni con un’età tra i 50 e gli 80 anni. Un vino fresco di mare, ma con una sostanza di terra.
La Lunigiana si estende lungo il bacino idrografico del fiume Magra, tra Liguria e Toscana. Un territorio dalla storia antica, popolato sin dal paleolitico per la sua ricchezza e fertilità. I vini di Stefano ci conducono alla scoperta di un territorio dove le antiche tradizioni sono più vive che mai, ma dove l’innovazione non manca di certo.
Ristorante da Gambin, Podenzana
Quando si parla di Lunigiana, il panigaccio è forse una delle preparazioni più antiche, dalla storia millenaria. Il nome deriva da panìco, un cereale usato quando ancora il grano era uno sconosciuto. I panigacci sono una sorta di pane azzimo cotti in forno a legna all’interno del “testo”, dei testelli in terracotta prodotti localmente.
A Podenzana, nel cuore della Lunigiana, Matteo al Ristorante da Gambin porta avanti quest’antica tradizione con rispetto e cura, usando solo farine a KM 0, in particolare La Farina Del Re, un progetto nato dalla volontà di reintrodurre in Lunigiana la coltura del frumento tenero e dalla scelta di voler offrire un prodotto senza alterazioni e utilizzo di sostanze chimiche, pesticidi e concimi.
In un luogo dove la ricerca della purezza dell’ingrediente e della valorizzazione del territorio hanno l’assoluta precedenza, i vini di Stefano Legnani – e una carta vocata ai vini naturali – accompagnano il racconto della storia della Lunigiana.
Officine del Cibo, Sarzana
I vini di Stefano Legnani ci portano a Sarzana: anche qui la farina è protagonista, ma in un’altra versione.
Officine come laboratorio di ricerca, dove le idee guardano alla tradizione senza nostalgia, anzi con un guizzo di novità, e dove regna sovrana la ricerca della qualità, di prodotti unici e presidi Slow Food di luoghi vicini e lontani, come il fagiolo di Pigna, l’aglio di Vessalico o i capperi di Salina.
Il ristorante – pizzeria rappresenta il connubio tra la visione e la personalità dirompente di Giacomo e la passione e maestria di Giuseppe, che prendono la pizza e ne fanno un piatto. Qui la Pizza Verace Napoletana incontra i sapori della Liguria, con un’attenzione alla stagionalità.
E l’attenzione ad ogni piccolo particolare si vede: Officine del Cibo è stato premiato con i Tre Spicchi del Gambero Rosso nel 2018, e si è piazzato al 35esimo posto della 50 Top Pizza 2019.
Ristorante Aqua, Ortonovo
Questo ristorante pizzeria nasce da un progetto tra amici, Deviola, Lorenzo e Francesco, che prendono la coraggiosa decisione di ritornare a casa con un nome che sia un biglietto da visita della loro identità. Aqua: freschezza, trasparenza, adattabilità.
Colpiscono lo stile minimal e l’attenzione ai dettagli, linee e colori puliti come quello del marmo della vicinissima Carrara, una clessidra rovesciata su ogni tavoolo come invito a concedersi una sosta. Qui si impasta ogni giorno il pane, lo si lascia lievitare a lungo e o si cuoce nel forno a legna. Qui si fa un giro del mondo sperimentando i sapori più inaspettati della cucina nordica o di quella giapponese, magari assieme a qualche prodotto locale, come quelli del vicino orto nel quale i frutti crescono allo stato brado.
Da Aqua la tradizione è bagaglio culturale, si fa elemento base di un progetto nuovo e diverso con giochi di alchimie tra tradizione e novità.
Testimoni, tutti, che raccontare il territorio non è un fattore anagrafico, rimanerne attaccati con tutte le proprie forze nemmeno. Anzi, spesso è più facile raccontarsi altrove, alla ricerca di facili successi. Sono storie diverse, come diversi sono i territori che in Lunigiana si incontrano. Ognuno di loro qui ha cercato e trovato la propria dimensione, l’ha plasmata nel suo modo, ne ha fatto un segno inconfondibile.
Perché per raccontare le radici di questo luogo antico, qualunque sia il punto di arrivo, serve la consapevolezza che il punto di partenza, l’imprescindibile origine di tutto è e sarà sempre: fuoco, terra e farina.
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