Dolcetto, fermentazione spontanea, 12 mesi in botti grandi di Slavonia
Sentori chiave: Mora, timo e liquirizia
Nazione | Italia |
Regione | Piemonte |
Genere | Vino |
Tipologia | Rosso |
Vitigno | Dolcetto |
Annata | 2023 |
Età delle Vigne | 20-30 anni |
Fermentazione | Fermentazione Spontanea |
Lieviti | Indigeni |
Filtrazione | Non Filtrato |
Affinamento - Contenitori | Inox |
Grado Alcolico | 13% |
Formato bottiglia | 0,75 l |
Box content | 6 |
Disponibilità | Sicuro - presenza affidabile |
L'azienda nasce nel 1964 grazie al lavoro di Maria Feyles e Antonio de Nicola. Oggi l'azienda possiede più di 7 ettari di vigneto, coltivati principalmente con uve Nebbiolo, insieme a uve Barbera e Dolcetto.
Naso: frutti scuri, sottobosco, fogliame e radici
Bocca: sorso materico, ricco, tannino schietto e chiusura amaricante
Vista: Rosso rubino scuro con riflessi violacei
Ci troviamoa Sommariva Perno, oltre il Tanaro, dove Antonio De Nicola grazie ad un permesso storico del Decreto Regio risalente al 1964 vinifica Barolo e Barbaresco.
Le vigne invece sono situate a Monforte (Perno, di circa 60 anni) per la produzione di Barolo e a Albesani e Montesommo (Neive, di circa 50 e 20 anni) per la produzione di Barbaresco, dove i terreni sono prevalentemente argillosi.
Qui De Nicola lavora ininterrottamente da ormai 60 vendemmie producendo vini ancestrali, viscerali ed estemporanei, dove il manico è quello dei grandissimi ed istrionici produttori delle Langhe e il sorso riporta e richiama i tempi in cui il nebbiolo si esprimeva libero da tecnicismi ed esercizi di stile volti a sorprendere da un lato e accomodare dall’altro.
Legni grandi, vigne vecchie, nessuna filtrazione, nessuna chiarifica, solforosa ad occhio (o per meglio dire “ad esperienza”) e grandissima capacità nel rimanere fedele alla sua visione del Nebbiolo: sono queste le caratteristiche che rendono i vini di questa azienda iconici e senza tempo.
Il Dolcetto è un vino proveniente dall’appezzamento di Manzoni Soprani in Monforte
Un vino incredibilmente territoriale e tradizionale, in grado di esprimere al meglio le potenzialità di un’uva solitamente poco valorizzata e sempre meno prodotta.
Sorso fruttato, scuro, materico, con grande freschezza e tensione tannica che scorre verso un finale erbaceo e amaricante.